Mortaio antiaereo italiano in WW2?

Bombe da mortaio-Bombarde
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wyngo
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Re: Mortaio antiaereo italiano in WW2?

Messaggio da wyngo »

temistocle ha scritto: 20/03/2018, 16:40 Ciao Andrea,
tutti i "famolo strano" per abbatere un aereo mi interessano, e infatti ho un po' di documentazione anche per "bombardare i bombardieri": inglesi, tedeschi, russi ma soprattutto giapponesi si diedero da fare durante la seconda guerra mondiale... e un pochino anche noi italiani. Prima o poi scrivero' un articoletto anche su questo.
E se per '"organo tedesco" ti riferisci alla Schräge Musik (a dirla come loro), oppure ai vari tentativi di razzi da sparare verso l'alto, devo dire che anche questi non mi lasciano indifferente...

A presto
[
...anche americani, tedeschi e italiani hanno messo in servizio ordigni aerei per bombardare i bombardieri...le altre tecniche, come quelle dei giapponesi, vennero molto dopo e adattando ordigni gia' esistenti, anche al fosforo, solo dopo progettandone ad hoc.
Sono state utilizzate varie tecniche che prevedevano ordigni con paracadute o parafreni , cavi con pesi e cariche ad impatto e infine cariche a tempo...
L'arte è scienza, non si improvvisa e non si accontenta di qualunquistiche e superficiali approssimazioni, anzi richiede un duro e sistematico lavoro.

Leonardo da Vinci
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wyngo
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Re: Mortaio antiaereo italiano in WW2?

Messaggio da wyngo »

Il mortaio CEMSA da 81 LP era un prodotto da esportazione, mai adottato, seppure la bomba sia notevolmente attuale per i tempi in cui fu presentata...forma affusolata e governale apparentemente in alluminio, la rendono molto moderna.
Provo a rispondere a temistocle secondo le mie informazioni, ovviamente attendendo di essere corretto ed implementato, da chi è piu' informato...
Sulla bomba da mortaio (presunta) antiaerea, si dovrebbe montare una spoletta a tempo ( di tipo pirico, secondo l'immagine ) per consentire all'ordigno di esplodere in aria, dopo un tempo di ritardo stimato in secondi, dal capo-pezzo...la cosa pero' è molto più complessa di cio' che si crede, essendo il mortaio un'arma con velocità iniziale bassa e a tiro curvo.
L'ordigno è molto pesante e raggiungerebbe una quota davvero bassa, riuscendo teoricamente ad impegnare solo velivolo tattici o impiegati nell'appoggio ravvicinato, non di certo i pesanti bombardieri che potevano volare tranquillamente sopra 6000 metri , oltre la gittata di pezzi (gia' obsoleti) come il 76/40, numericamente disponibili e di cadenza di tiro ben piu' prestante.
Possiamo affermare con la quasi certezza che il mortaio da 81 Mod. 35 non era impiegato o programmato come arma antiaerea ma l'uso che ne fu fatto in questo campo fu sperimentale e fallimentare, in quanto queste batterie (per palese inutilita') vennero sciolte e destinate al piu' redditizio e concreto uso convenzionale.
L'81 LP CEMSA non venne adottato a livello nazionale e credo non abbia avuto alcun successo commerciale, quindi non vide affatto gli eventi bellici.
Ciao Francesco
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temistocle
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Re: Mortaio antiaereo italiano in WW2?

Messaggio da temistocle »

Ciao Wyngo,
grazie delle info.
In effetti immagino che l'intenzione di usare i mortai come armi per il tiro di sbarramento fosse contro aerei volanti a bassa quota, cioè per fornire alle truppe dell'esercito una qualche forma di autodifesa dai cacciabombardieri (per esempio Hurricane e P-40 ad inizio guerra in nord Africa), per affiancare le mitragliere da 20 mm (come indicato anche dal manuale in francese.
Per aumetare la quota utile poi si ricorse a razzi, e per "allargare" la zona di influenza del proietto a catene comprendenti un cavo lungo svariate decine di metri con un paracadute all'estremità superiore e una bomba all'altra. Se l'ala dell'aereo incappava nel cavo, il pracadute faceva da freno in aria per fare "salire" la bomba contro l'ala dell'aero, con effetti che potete immaginare. L'esempio piu' classico e' l'azione dei Dornier DO 17 del 9./KG 76 il 18 agosto 1940, con un'incursione a bassissima quota contro l'aeroporto di Kenley in Inghilterra. SIcuramente uno di questi fu abbattuto (e forse uno danneggiato) dai PAC (Parachute And Cable) lanciati all'estremità dell'aeroporto lungo la via di fuga degli aerei. Allego un bel disegno trovato in rete che illustra quanto successo meglio di tante parole.
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Re: Mortaio antiaereo italiano in WW2?

Messaggio da wyngo »

Buona sera, è esattamente cio' che avrebbero voluto ottenere ma che, con piu' efficienza, si ottenne in seguito con i palloni di sbarramento, in particolare durante lo sbarco in Normandia.
Dove la contraerea era molto numerosa ma non asservita a radar o a centrali di tiro prestanti o efficienti, il non impiego di palloni di sbarramento o il loro mancato ripristino, a seguito di condizioni meteo avverse, porto' a disastri come nella notte di Taranto.
Munizioni antiaeree di questo tipo (mortai e razzi con sistemi diversi) non erano particolarmente prestanti e rimasero dei rimedi di emergenza con poche ricadute positive, se non quella morale di dotare un po tutti di un sistema che permetteva di contrastare la minaccia aerea...
Pare che alla fine del 43 quando le sorti della guerra cambiarono e il sistema PaC venne considerato superato, si contarono 9 aerei tedeschi certamente abbattuti , in maggioranza durante la guerra di convogli in Atlantico...non un grande risultato per un'incredibile sforzo logistico.
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Sulla falsariga degli inglesi pure i tedeschi misero in campo un sistema simile...
Il razzo 8.6 cm RAG poteva impiegare le seguenti configurazioni : Rkt Drahsteil (R.Dg) 400 e 1000 (solo con cavo ); Rkt Sprenggranate (R,Spg) 400, 60 e 800 (HE); Rkt Leuchtgeschoss (illuminante ); Rkt Signalgeschoss (da segnalazione ); Nebelraketen (fumogeno ); and Doppelrakaten (doppio razzo). L'impiego operativo contraerei si ridusse pero' ai soli R.Dg 400/1000 e gli esplosivi R. Spg. 400 e 800.

La munizione R.Dg era similare al PAC inglese, e prevedeva un cavo e un paracadue, lanciati avanti agli aerei attaccanti per danneggiare ali, alettoni ed eliche.
Impiegavano polveri da lancio ( polvere nera nel testo originale ma credo non fosse proprio cosi') e il sistema rimaneva in volo per circa 30 secondi.

8.6 cm Rkt. Drahtseilgerat (razzo con cavo e paracadute).

Peso: 5kg (R.Dg.400; 5.3 kg (R.Dg.1000).
Lunghezza: 392 mm (R.Dg.400); 426 mm (R.Dg.1000).
Propellente: Polvere nera ma credo sia polveri da lancio.
Raggio operativo: 400 o 1,000 m.
Altezza d'apertura: 300-400 m (R.Dg.400); 800-1,000 m (R.Dg.1000).
Lunghezza del cavo: 100 m.
Pare che in Egeo alcuni Bristol Beaufighter , che operavano a bassa e bassissima quota, furono danneggiati...e che almeno uno fu abbattuto da questo sistema.

Francesco
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