Centerfire ha scritto:
Dopo la disattivazione occoreva un bel pò di lavoro per estrarre l'esplosivo che in genere era "colato" dentro liquido....
Ciao, Centerfire, non hai idea di quello che significava disattivare una bomba d'aereo.
Fino a pochi anni fa, quando le normative proibivano di togliere le spolette finchè la bomba era carica (con spolette a funzionamento differito chimico era un altro discorso) era necessario praticare un foro con l'acido nitrico nella "pancia" della bomba. Allora si usava un bollitore con una caldaia anche a legna in alcuni casi, per scaldare l'acido, e una campana di alluminio da applicare sulla bomba con guarnizioni e stucco, in maniera che non perdesse. Una volta forata la corazza (l'acido ovviamente non reagiva con l'esplosivo, se no il gioco durava poco...), per cui qualche ora dopo, si procedeva alla lisciviatura dell'esplosivo con idropulitrice o la famosa caldaia a legna.
Solo dopo aver sciolto la maggior parte dell'esplosivo e soprattutto attorno alle spolette si provvedeva alla loro rimozione, in maniera che, nel mlaugurato caso che scoppiassero, non avrebbero potuto trasmettere l'urto esplosivo al resto della carica, non essendone più a contatto.
Ma il lavoro non era finito. Le bombe d'aereo americane avevano una particolarità in più. Nella loro costruzione, una volta riempite di esplosivo e avvitato il fondello posteriore si provvedeva a martellare due perni all'interno della bomba dimodoche (fine, eh?) l'esplosivo stesso facesse resistenza ad eventuali tentativi di "apertura", per cui finchè non era stato sciolto quasi tutto l'esplosivo dal fondello, l'operazione si rivelava decisamente ardua.
Poi, una volta aperta, la bomba si poteva svuotare dall'esplosivo residuo anche con una pala o attrezzo similare.
Parlo di pala tranquillamente e prego gli amici del forum di non scandalizzarsi. So perfettamente che esistono degli esplosivi particolarmente incazzosi se li strofini, tipo l'acido picrico, ma stiamo parlando di esplosivi standard alleati della seconda guerra mondiale. Nel caricamento di bombe d'aereo non mettevano roba del genere, ma TNT, Amatolo o Compound B (miscela di TNT e T4), perciò stabili anche se potenti.
Ma la cosa molto fastidiosa, ancorchè il tempo lunghissimo per queste operazioni, era il forte puzzo di urina che aleggiava nella zona quando si scaricava una bomba caricata ad amatolo (a causa dell'ammoniaca contenuta). Immagina una 1000 libbre che contiene circa 240 kg di quella roba e la devi sciogliere quasi tutta con l'idropulitrice e deve uscire da un foro di 7-8 cm di diametro, sai quanto ci vuole? Ti tocca stare in un enorme pisciatoio per ore ed ore.
Negli ultimi anni invece sembra si siano accorti che le spolette dalle bombe si possono togliere anche se queste sono cariche (sempre discorso a parte per quelle a funzionamento differito chimico), per cui si procede praticamente sempre con il brillamento dell'ordigno: rimuovono le spolette, caricano la bomba su un camion, la portano in una cava fuori da centri abitati e, dentro una buca fanno bum! Così hanno più che dimezzato i tempi e i disagi per la popolazione.
Sempre a disposizione delucidazioni.
Ciao