Eccoci Walzi!
A compendio ne posto delle altre in uso fino alla fine della II° guerra mondiale! le scatoline mi hanno sempre appassionato!
Eheheheh!! Direi che la cartuccia m.1891 ha accompagnato per quasi 100 anni il nostro esercito, non male per un calibro ritenuto da molti insufficiente alla guerra moderna! Tutto sommato a parte la rusticità delle impermeabilizzazioni la cartuccia era più o meno equivalente alle altre in uso nelle altre nazioni fino alla vigilia della II° guerra mondiale, perdipiù a differenza di quasi tutti gli altri fucili il 91 poteva sparare un colpo in più!
Considerata troppo poco potente e leggera, ricordo a tutti che sparata con il fucile a 2 km l'ogiva ammaccava una lamiera di 3 mm!!! Non avrei voluto trovarmi nella sua traiettoria neppure a quella distanza!!
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Scatoletta per cartuccie a salve prebellica
Capua 1913 + La croce veniva stampigliata anche sulla parte centrale del caricatore serviva per distinguere i pacchetti a salve da quelli ordinari.
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Scatoletta per cartucce ordinarie però con la dicitura Caricatori in Latta.
Bologna Pirotecnico 1917
I caricatori in latta, (ferro) che a differenza di quelli II° guerra erano in ferro stagnato anzichè bruniti furono introdotti già nel 1916 per risparmiare metallo nobile.
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Scatoletta transizionale del 37. Riporta il tipo di caricamento a Solenite. Bologna 1937.
Come si può vedere ancora nel 37 i pacchetti erano con la vecchia foggia composti con cartone, carta e garza, la cui apertura determinava la distruzione del coperchio superiore, successivamente le scatolette assumeranno la classica forma con coperchio ad apertura a libro conservata anche nel II° dopoguerra.
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Scatoletta per cartuccie ordinarie cal 7,35, introdotte nel 1938
SMI Campo Tizzoro caricamento a Nitrocellulosa Pura, lotto di fabbricazione 1939.
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Scatoletta per cartucce per tiro ridotto m.39.
Pirotecnico Bologna cal 6,5 con borra di cotone e piccola carica in Balistite Grafitata.
Tali cartucce erano solitamente utilizzate nei campi di tiro al bersaglio e nei poligoni.
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Scatoletta per cartuccie a salve cal 6.5.
Pirotecnico Capua 1941, Balistite grattuggiata.
Le cartucce a salve avevano vari tipi di palle da prima in carta successivamente in legno tinto di rosso. Questa scatoletta se pur vuota come tutte le altre conserva ancora il piombino di garanzia.
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Scatoletta per cartuccie ordinarie cal 6.5.
SMI, Campo Tizzoro, 1941 carica a Solenite.
Queste furono le classiche scatolette in uso durante la II° guerra mondiale.
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Variante della precedente prodotta dal Pirotecnico di Bologna nel 1943
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Scatoletta per 50 cartucce sciolte in calibro 6,5.
BPD Colleferro 1940, carica Solentite.
Queste scatolette contenevano 50 cartucce sciolte, a rigor di logica utilizzate per confezionare 2 caricatori per fucile mitragliatore Breda m.30, o per i caricatori metallici da 25 colpi per le Fiat m.35. La forma della pallottola sul disegno farebbe pensare che le ogive avessero lo stesso profilo di quelle in cal 8, in realtà conservavano lo stesso profilo delle classiche m.1891.
Le cartucce per il Breda 30 conservavano l'ogiva nichelata e non ramata come quelle dei 91 ordinari per motivi legati alla rigatura della canna.
Per Gqk, le scatolette non sono di facilissima reperibilità, bisognerebbe provare in qualche vecchia armeria, fiere specializzate o mercatini, Essendo accessori quasi superfli hanno fatto tutte una brutta fine, al momento dell' uso!
Le cartucce da collezione se non in possesso di una licenza specifica si possono detenere solo se scariche ed ispezionabili e con fondello spento, non occorre forarle perchè oltre a rovinare il pezzo in termini di offensività perdono poco o nulla della loro eventuale efficacia.
Direi che è anche un crimine storico utilizzare per gli aventi diritto cartucce originali in poligoni di tiro, le cartucce anzianotte sono alquanto rare e non più riutilizzabili a differenza dei bossoli prodotti dai moderni opifici.
Anche le cariche di infiammazione, possono aver perso di stabilità ed efficacia visto che le nostre cartucce non brillarono mai per assoluta impermeabilità!