Collaborazione con il museo SMI

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Andrea58
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Collaborazione con il museo SMI

Messaggio da Andrea58 »

"Circa un paio di anni fa complice l'uscita di un libro sulla storia della SMI scritto da Daniele Amicarella alcuni di noi hanno iniziato ad interessarsi di questa realtà storico/museale che stava emergendo dal passato. Grazie all'interessamento di due nostri preziosi collaboratori, Centerfire ed FB64, ci sono stati i primi contatti semiufficiali con chi gestiva le strutture e la simpatia reciproca è stata immediata. La Società Metallurgica Italiana come sapete è stata un'importante realtà nel panorama delle munizioni nazionali per quasi un secolo ma non solo. La SMI è anche un esempio di gestione industriale che seguiva la via aperta da alcuni imprenditori che prevedeva la totale integrazione delle fabbriche con le maestranze. Quello che oggi verrebbe bollato come paternalismo allora era una novità ed una cosa avveniristica. A Campo Tizzoro, dove sorse nel nulla un' enorme stabilimento, si provvide anche a creare un insieme di strutture per permettere agli operai ed alle loro famiglie delle condizioni di vita superiori a quelle medie dell'epoca. Oltre alle case per le maestranze ed i quadri sorsero scuole, asili e tutto quello che necessitava ad una cittadina abitata quasi esclusivamente da dipendenti della fabbrica. Certo una struttura del genere non avrebbe nulla di sensazionale, ne esistono altri esempi in Italia, se non fosse che ogni edificio pubblico fu collegato tramite una serie di tunnel ai rifugi antiaerei che permettevano a tutti i suoi abitanti di essere al riparo dalle insidie della guerra moderna. Lo stabilimento era un naturale bersaglio per le offese nemiche percui si pensò che avere sopra la testa parecchi metri di terra e roccia fosse la soluzione ottimale a questi rischi. Gli Orlando proprietari della fabbrica fecero arrivare addirittura dall'Inghilterra il cemento speciale per le strutture e quasi a tempo di record sorsero i rifugi. Prima ancora dell'inizio dei lavori fu costruita la prima delle caratteristiche ogive di protezione delle entrate che fu testata intensivamente presso un poligono di tiro militare. I risultati furono ottimi e la struttura resistette a tutto quello che le scaricarono addosso, soddisfatti dei risultati furono commissionate tutte quelle necessarie. I rifugi furono poi protetti da porte blindate antiscoppio sul modello di quelle adottate per le navi militari e dotati anche di impianti di filtraggio a difesa dagli attacchi con i gas. Per loro fortuna non ebbero mai l'occasione di sperimentare la bontà delle protezioni ma anche per questo motivo le gallerie sono giunte in ottimo stato fino ai giorni nastri. Chi ha attualmente in gestione il patrimonio museale è l'Architetto Iori che si è avvalso anche della preziosa collaborazione di Guido Tonarelli uno degli ultimi responsabili di reparto della fabbrica. Questa sinergia ha permesso il salvataggio ed il ripristino di importanti pezzi dalla nostra storia industriale. La collaborazione del museo con la KLM, attuale proprietaria del marchio, permette di ben sperare nel futuro e si stanno già avviando i recuperi di altre testimonianze storiche dagli altri stabilimenti del gruppo.
Parte dei numerosi corpi fabbrica originari sono stati adibiti nuovamente ad area produttiva per le attività locali dimostrando lungimiranza e non lasciandoli all'abbandono.
Così nei capannoni della ex fabbrica posti vicino all'entrata delle maestranze è nato il museo che ospita tantissime testimonianze della produzione della fabbrica ed anche una parte dei macchinari originali abilmente restaurati da alcuni ex dipendenti che hanno prestato la loro opera per aiutare il Museo. Nelle sale presenti si può vedere parte della produzione di bossoli e cartucce, materiale tratto dai laboratori chimici della fabbrica, attrezzi da lavoro e macchine per il caricamento che nonostante gli anni possono ancora girare con la semplice spinta della mano. Oltre a questo potremo vedere anche oggetti più umili come gli zoccoli in legno degli operai (per evitare scintille) oppure i bastoni in rame per scaricare l'elettricità statica. Notevole l'esposizione di cartucce compresi parecchi pezzi decisamente rari o addirittura sconosciuti.
I rifugi sono un discorso a sè e meritano una visita anche da parte di chi non è contagiato dalla passione per le cartucce. Profondi circa 20 metri erano accessibili attraverso entrate blindate e scale a chicciola che permettevano un rapido flusso delle persone. Tipiche le protezioni ad ogiva delle entrate che erano congeniate per minimizzare l'effetto anche di colpi ravvicinati. In questi rifugi c'era una piccola città ma non erano intesi come quelli in Germania tipo la Tana del Lupo o le torri antiaeree a Berlino. Servivano solo per la momentanea protezione dall'offesa ma avevano comunque tanti servizi. Una chiesetta, un piccolo ospedale/infermeria, locali per le squadre dei pompieri, bagni ed ogni altra cosa fosse utile per i rifugiati. Le gallerie erano ampie e contornate da panche per le persone. Quasi ovunque le onnipresenti scritte davano disposizione sul comportamento migliore da tenere durante la permanenza forzata . Moltissimo del materiale presente è stato recuperato per potere riattrezzare come in origine i locali, altro è originale d'epoca rimasto da anni nei sotterranei.
Tutta questa premessa per dire che il Cesim è stato scelto come collaboratore del Museo SMI per quello che riguarda l'intero settore munizionamento.
Una volta presi contatti diretti sul posto fra l'Amministrazione del CESIM e la dirigenza del museo è stato creato un Gruppo di Lavoro accreditato. Questo Gruppo operando in sinergia con la Direzione museale è intervenuto sulla corretta identificazione e valorizzazione dei numerosi pezzi presenti correggendo il percorso espositivo e fornendo dati per la realizzazione della cartellonistica esplicativa.
Inoltre sono stati riconosciuti esemplari di alto valore storico, tecnico e collezionistico che hanno richiesto una adeguata protezione ed esposizione.
E' una soddisfazione che dopo tanti mesi di lavoro silenzioso oggi condividiamo con tutti voi.
Se capitaste sull'appennino passate a visitare il Museo, è una visita che vale i chilometri da fare."

P.s. Attualmente sono anche in esposizione materiali relativi alla Prima Guerra Mondiale, di cui ricorre il centenario quest'anno, che arricchiscono ulteriormente il percorso espositivo.
Skype Me™! Draco dormiens nunquam titillandus
lo spirito di Cesare, vagante in cerca di vendetta, con al suo fianco Ate uscita dall'inferno, entro questi confini con voce di monarca griderà "Sterminio", e scioglierà i mastini della guerra
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